E' noto quanto le donne
abbiano costituito un problema per la psicoanalisi e soprattutto per
la metapsicologia analitica. Il paradosso di Freud è quello di aver
costruito una teoria al maschile che ha avuto come oggetto di studio
una prevalenza di casi clinici al femminile. In una tale ottica la
teoria analitica non ha avuto problemi con l'aggressività e gli
aspetti sadici correlati ad essa, mentre Freud fu costretto a molte
estensioni e revisioni della sua metapsicologia (fondata sui principi
biologici del tempo secondo cui gli organismi cercano di ottenere il
massimo piacere e tendono a ridurre al minimo il dispiacere) nel caso
dei comportamenti autodistruttivi o masochistici. Non voglio
sessualizzare (non erotizzare) masochismo e sadismo attribuendone
prevalenze rispettivamente a femmine e maschi, ma nel caso di
maltrattamenti fino all'omicidio sadico di donne da parte di maschi,
esistono casi in cui tendenze sadiche maschili colludono con aspetti
masochistici femminili e l'atto omicida risulta essere l'ultimo di
una serie di comportamenti violenti fino ad allora in qualche modo
tollerati.Emmanuel Ghent ha sostenuto che il masochismo è una
perversione del naturale desiderio di arrendersi, una sfida
all'assunto occidentale secondo cui arrendersi è sinonimo di
sconfitta. Similmente la prospettiva Junghiana vede il masochismo
come il lato oscuro del nostro bisogno archetipico di venerare e
adorare.
Il comportamento
masochista non è di per sé patologico, anche se alla base di esso
c'è sempre un desiderio di autoannullamento, e la moralità comune
(cattolica ad esempio) a volte ci impone di soffrire in nome di
qualcosa di più grande del nostro benessere immediato. E' questo lo
spirito con cui Helene Deutsch osservava che la maternità è
intrinsecamente masochistica, anteponendo il benessere di piccoli a
quello individuale delle madri. In tal senso il masochismo
altruistico è alla base di condotte di vita di tipo eroico, perfino
santo come nel caso di Mahatma Ghandi e Madre Teresa.
Il termine masochistico
viene inoltre utilizzato a volte per indicare modelli non moralistici
di autodistruttività come nelle persone che vanno soggette ad
incidenti frequenti o in coloro che si mutilano o si feriscono
deliberatamente senza intenzione di suicidarsi. L'atto di tagliarsi
diventato così frequente fra gli adolescenti in seria difficoltà,
viene spiegato con l'assunto che la vista del proprio sangue fa
sentire vivi, reali ed è un buon modo per contrastare l'angoscia di
percepirsi inesistenti o privi di sensibilità, o vuoti. I bambini
imparano presto che mettersi nei guai è un buon modo per attirare
l'attenzione delle figure di accudimento. Il termine masochismo non è
quindi l'amore per la sofferenza ma è piuttosto collegato all'idea e
alla speranza che tollerare dolore e sofferenza dia in qualche modo
diritto ad un bene maggiore. Quindi definire masochistico il
comportamento di una donna maltrattata che rimane nonostante tutto a
convivere con un uomo violento, non vuol dire che la vittima provi
piacere in tali situazioni. L'implicazione è piuttosto che queste
donne agiscano in base alla convinzione che la sopportazione della
violenza le consentirà di ottene qualcosa che giustifica la
sofferenza o le eviterà qualche situazione ancor più dolorosa. Sono
molte le donne che ho incontrato nella mia pratica clinica che
vivevano in una condizione di questo genere subendo maltrattamenti
intollerabili nella convinzione di non avere alternativa e di
scegliere solo il male minore. Nei sistemi di classificazione (DSM ad
esempio) c'è sempre stata una certa difficoltà nell'includere il
disturbo masochistico (autodistruttivo) di personalità proprio in
considerazione del rischio di far passare la vittima per colpevole
con l'accusa di godere nel provar dolore e di provocare in qualche
modo l'abuso, per provare una qualche forma di piacere. In realtà
potremmo generalizzare dicendo che in qualsiasi disturbo di
personalità c'è qualcosa di masochistico dal momento che se i modi
di pensare, sentire, relazionarsi, affrontare i problemi e difendersi
sono diventati maladattivi, gli schemi della personalità sono in
qualche modo diventati autodistruttivi. Come accade per le persone
organizzate in senso depressivo, le dinamiche degli individui
masochisti vanno da un estremo più anaclitico (i cui temi centrali
riguardano il sé in relazione con l'altro) a uno più introiettivo
(dove acquisiscono più importanza le questioni relative alla
definizione di sé). Le persone masochiste con intensi bisogni
anaclitici sono chiamate talvolta masochisti relazionali: le loro
azioni autodistruttive sono il risultato degli sforzi atti a
mantenere la relazione ad ogni costo. L'espressione “masochista
morale” è invece comunemente applicata ad individui più
introiettivi, che hanno organizzato la loro autostima intorno alla
capacità di tollerare il dolore e il sacrificio. I modelli
caratteriali masochistico e depressivo si sovrappongono in larga
misura, specialmente al livello nevrotico-sano tanto da rappresentare
uno dei caratteri più comuni (Kernberg, 1984, 1988). Resta comunque
importante distinguere le due personalità perché ad un livello di
organizzazione borderline o psicotica necessitano di stili
terapeutici significativamente diversi. E' probabile trovare
individui con strutture masochistiche tra i pazienti cronicamente
depressi che rispondono in maniera non ottimale o addirittura non
rispondono al trattamento (sia psico che farmaco-terapeutico).
Ritornando alla questione
delle donne che subiscono abusi e violenze reiterate fino
all'omicidio, diventa chiaro sulla base di quanto esposto che, se
strutturate in senso masochistico (come nella maggior parte dei
casi), non siano in grado di elaborare strategie alternative a quella
di subire e tollerare la sofferenza sia come modalità per definirsi
(introiettiva) che per riuscire a mantenere la relazione con l'altro
(anaclitica). In tali situazioni quindi la tutela della vita di
queste donne (e uomini in casi più rari) può essere esercitata solo
all'interno di norme che socialmente impongano agli uomini il
rispetto delle donne (un tabù) in nome dei principi etici che
regolano i rapporti fra individui all'interno di una società civile.
Questo il motivo per cui, al di là delle ideologie politiche, può
aver senso varare una legge che regolamenti la materia.