Di solito si mette fra parentesi ciò
che sarebbe implicito ma si teme che non lo sia per tutti. Il titolo
quindi potrebbe essere semplicemente questo: “De Falco: il mito
dell'eroe. Ma sarebbe veramente esistito un De Falco senza uno
Schettino, sarebbe stato eroico Ettore senza il pavido Paride? La
logica è quella di poter pensare che ogni medaglia ha
inevitabilmente un suo rovescio anche se quando si tenta la fortuna
l'unica medaglia desiderabile è quella su cui abbiamo scommesso,
quella vincente e temiamo che la sorte avversa possa propinarci
quella perdente. Quindi l'eroe e l'antieroe cosa rappresentano per la
gente, per l'immaginario collettivo, come direbbe un analista
junghiano. L'idea, inevitabilmente la mia idea, è quella che l'eroe
possa rappresentare per ciascuno di noi quella parte ideale di sé a
cui ognuno vorrebbe uniformarsi, mentre l'antieroe di conseguenza
potrebbe rappresentare invece quella parte che noi temiamo, di cui
abbiamo paura e di cui fondamentalmente ci vergognamo. Vorremmo
quindi che gli altri vedessero di noi solo quella parte che noi
investiamo di significati positivi, che ci renderà agli occhi degli
altri persone di successo, invidiabili, mentre vorremmo nascondere
quella parte buia di noi stessi che ci vede spaventati, impreparati,
incapaci. Da una parte quindi una figura adulta ideale costruita
sull'idealizzazione di un padre (o una madre) onnipotente, dall'altra
quella di un bambino piagnucoloso e spaventato che non sa affrontare
cose più grandi di lui. Da una parte un padre (eterno) che intima al
bambino di non muoversi, dall'altra un bamboccio che di fronte al
pericolo scappa da codardo.
In tutto questo sproloquio c'è
qualcosa che non va. Non so se ve ne siete accorti, ma la logica di
fondo è quella dell'idealizzazione e della svalutazione,
dell'esibizione e della vergogna. Mi chiedo dove sia finita la pietà
dell'eroe che lo porta al sacrificio per sanare il proprio senso di
colpa, dove si è nascosta la triste consapevolezza di Paride che
affronta Achille consapevole della sua paura, di Don Abbondio che sa
che uno il coraggio non se lo può dare. In questa storia moderna di
eroi ed antieroi non c'è niente di tutto questo. Solo una messa in
scena per permettere a ciascuno di noi di proiettare le parti scisse
di sé in un'altalena alterante che non porterà niente di buono.
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