Sappiamo che le fobie
sono paure eccessive associate a comportamenti di evitamento che
hanno lo scopo di restringere l'interazione con ciò che è temuto e
liberare l'individuo che ne soffre dall'angoscia. Dal punto di vista
psicologico spesso le fobie costituiscono un tentativo di modulare
angosce connesse a competitività e timori di ritorsioni (la famosa
angoscia di castrazione delle tematiche edipiche) e da sforzi per
fare fronte alla paura di perdere il controllo (problematiche
connesse all'autonomia). I pattern contro-fobici sono quelli in cui
un oggetto o una situazione temuta vengono cercati attivamente. Le
ripetizioni contro-fobiche, nonostante appaiano di un certo successo,
raramente sfociano nella padronanza dell'apprensione fobica, ma
possono portare ad una ripetizione compulsiva dell'attività fino a
determinare un disagio notevole. Raramente comunque questa modalità
di comportamento risulta distonica (soggettivamente indesiderabile) e
quindi raramente i pazienti chiedono un trattamento, nonostante
questi comportamenti a volte possano risultare francamente rischiosi
o autodistruttivi. Un esempio tipico (senza andare a pescare nelle
condotte a rischio di acrobati e funamboli) è quello di quelle
persone che amano i film horror di cui hanno evidentemente molta
paura (altrimenti risulterebbero per lo più noiosi). Proprio per
vincere questa paura tendono a sviluppare una predilezione per questo
genere di film nonostante gli determinino notevoli problemi sul piano
della qualità di un sonno disturbato da spiacevoli incubi.
Spesso le fobie
riguardano oggetti che di per sé determinano una sensazione di paura
nella maggior parte delle persone (la paura di entrare nella gabbia
di un leone per esempio), mentre altre volte l'oggetto diventa fonte
di paura in funzione di ciò che l'individuo gli attribuisce: è il
caso dei ragni che di per sé sarebbero inoffensivi a meno che non
gli vengano attribuite caratteristiche particolarmente pericolose
come quelle della famosa vedova nera, attraverso un processo di
generalizzazione che porta ad uno stato acuto di angoscia che ha
molte caratteristiche dello stato paranoide. Non è questo il luogo
in cui possiamo interpretare il simbolismo del ragno che ha radici
che affondano nella notte dei tempi (radici – terra – madre terra
– madre ….), quindi bando alle associazioni e occupiamoci senza
altri preamboli del nuovo genere di film horror che va in onda
tipicamente ai pasti, e che noi comunemente chiamiamo telegiornale
(TG per gli amici). Un mio collega argentino ultraottantenne
psicoanalista e terapeuta di coppia e della famiglia, qualche tempo
fa rifletteva su come, dopo oltre 50 anni, la televisione ha fatto
ingresso nelle nostre case ed è diventata a tutti gli effetti un
membro della famiglia il cui parere è di per sé autorevole.
Jannacci negli anni '70 fa aveva intuito questo effetto nel testo di
una bellissima canzone: “Quelli che ...” “...l'ha detto il
telegiornale...”. Nel tempo quindi la televisione si è seduta alla
tavola delle famiglie ed è diventata l'organizzatrice della
conversazione “da pasto”. Molti di noi si sono adattati al punto
di riuscire a dire (a 40 anni da Vermicino), dopo la notizia di un
centinaio di morti in un incidente aereo: “scusa cara … mi passi
il pane?...”.Quindi sembra che siamo riusciti a creare due
situazioni che hanno il sapore della fiction: quella del telegiornale
che possiamo vivere come un qualcosa di non reale e quella della
famiglia a tavola con il TG che mangia tranquillamente tra una
catastrofe e l'altra in un clima tra il surreale ed il grottesco.
In questo contesto, che
ho probabilmente adulterato allo scopo di ottenere una scenografia
idonea allo sviluppo di una fobia, si determinano nel tempo quegli
adattamenti individuali che ciascuno di noi riesce a mettere in atto
sulla base della propria struttura di personalità. Come ho tentato
di spiegare nelle righe introduttive, gli adattamenti contro-fobici
che sono costituiti dal sottoporsi quotidianamente a questo
trattamento con tutti i meccanismi di difesa che portano al distacco
ed all'isolamento degli affetti, sono di solito sintonici. Quindi non
deve stupire il fatto che siano solo quelle persone particolarmente
impressionabili e che sviluppano un disturbo fobico a lamentarsi e a
chiedere eventualmente assistenza. La componente fobica può essere
determinata attraverso diversi meccanismi tra cui: l'identificazione
con l'aggressore e quindi la paura di mettere in atto comportamenti
efferati in uno stato di discontrollo, una specie di raptus,
l'identificazione con la vittima o più semplicemente (ma non dal
punto di vista psicologico) attraverso la paura della paura che è
quella sensazione che coglie gli individui di fronte alla possibilità
di confrontarsi con qualcosa che non conoscono e che potrebbe
determinare uno stato acuto di angoscia. E' il problema di non sapere
in anticipo che cosa terribile il telegiornale oggi ci proporrà per
pranzo. Sono questi i casi in cui si sviluppa la condotta di
evitamento che si può mettere in atto semplicemente spegnendo la
televisione, allontanandosi dall'apparecchio interrompendo il pasto o
attraverso quel comportamento molto fastidioso (per gli altri) che è
lo zapping compulsivo che è fonte di notevole irritazione e furiose
discussioni. In alternativa (alla fuga) queste persone possono
soffrire di uno stato di angoscia spesso associata a somatizzazioni
fino a sfociare in un vero e proprio stato di panico. Nella mia
pratica clinica mi ritrovo sempre più spesso ad avere a che fare con
persone che non riuscono più a guardare il telegiornale fino a
sviluppare una fobia o una vera e propria ossessione. Qualcuno
potrebbe chiedersi a che cosa serva rivolgersi ad uno psichiatra
quando basta semplicemente premere un tasto del telecomando? Ed è in
effetti quello che io chiedo a questi pazienti e come spesso accade
in psichiatria, scopriamo che un sintomo non è altro che la punta
(evidente) di un iceberg (sommerso nel mare dell'inconscio) e che può
essere l'occasione per ciascuno di noi per capire un po' di più se
stessi. Agli eroi che sfidano il telegiornale senza battere ciglio e
facendo la scarpetta questa possibilità è inesorabilmente preclusa.
Nessun commento:
Posta un commento